mardi 14 juin 2011

Ovunque naufragati…

SS. dei Naufragati‬
e venne dall’acqua, e venne dal sale
la penitenza dalla mano del mare
il comandante avanza e niente si puó fare
vuole una morte, la vuole affrontare
e lí l’attandeva, dove il sole cala
cala e non muore, e l’acqua non lo lava
e il demone lo duole, sui banchi d’acqua
stregati di olio e petrolio
e il vento non alzava, e il mare imputridiva
legati a un solo raggio, tutti presi in ostaggio
avanzavamo lenti, senza ammutinamenti
e il comandante é pazzo, e avanza nel peccato
e il demone ch’é suo, adesso vuole mio
e brinda con il sangue all’odio ci convince,
che se é sua la barca che vince, dev’essere la mia
e gli occhi non videro, non videro la luce
non videro la messe, che altri non l’avesse
e il cielo fece nero, e urló la nube al cielo
e s’affamó d’abisso, che tutti ci prendesse
Matri mia, salvezza prendimi nell’anima
Matri mia, le ossa nell’acqua
anime bianche, anime salvate
anime venite, anime addolorate
che io abbia due soldi, due soldi sopra gli occhi
due soldi per l’onore, due monete in pegno
per pagare il legno, la dura voga del traghettatore
e vieni occhi di fluoro, vieni al tuo lavoro
vieni spettro del tesoro
la vela tende, il vento se la prende
la vela cade, le remi allontanate
e accese sui pennoni
i fuochi fatui, i fuochi alati
della Santissima dei naufragati
Matri mia, salvezza prendimi nell’anima
il tempo stremava, l’arsura ci cuoceva
parlavamo alle vare e il silenzio dal mare
e il legno cedeva all’acqua suo pianto
la vela cadde, la sete ci asciugó
acqua, acqua, acqua in ogni dove
e nemmeno una goccia, nemmeno una goccia da bere
e gli uomini spegnevano, spegnevano il respiro
spegnevano la voce, nel nome dell’odio
che tutti ci appagó, il cielo rigó di sbarre il suo portale
il volto di fuoco, dentro imprigionó
lo spettro vedemmo venire di lontano
venire per ghermire, nero di dannazione
vita e morte, vita e morte era il suo nome
Matri mia, salvezza prendimi nell’anima
Matri mia, salvezza prendimi
questa é la ballata di chi si é preso il mare
che lapide non abbia, ne ossa sulla sabbia
né polvere ritorni, ma bruci sui pennoni
nei fuochi sacri, nei fuochi alati
della Santissima dei naufragati
O Santissima dei naufragati vieni a noi che siamo andati
senza lacrime senza gloria, vieni a noi, perdon, pietá.
Vinicio Capossela

lundi 13 juin 2011

La chair est triste, hélas !

Brise Marine

La chair est triste, hélas! et j'ai lu tous les livres.
Fuir! là-bas fuir! Je sens que des oiseaux sont ivres
D'être parmi l'écume inconnue et les cieux!
Rien, ni les vieux jardins reflétés par les yeux
Ne retiendra ce coeur qui dans la mer se trempe
O nuits! ni la clarté déserte de ma lampe
Sur le vide papier que la blancheur défend
Et ni la jeune femme allaitant son enfant.
Je partirai! Steamer balançant ta mâture,
Lève l'ancre pour une exotique nature!
Un Ennui, désolé par les cruels espoirs,
Croit encore à l'adieu suprême des mouchoirs!
Et, peut-être, les mâts, invitant les orages
Sont-ils de ceux qu'un vent penche sur les naufrages
Perdus, sans mâts, sans mâts, ni fertiles îlots...
Mais, ô mon coeur, entends le chant des matelots!

Stéphane Mallarmé

vendredi 3 juin 2011

Allégorie

 L’oreille d'Arcimboldo (détail)

Cœur de bœuf ou cœur de cochon, en sauce ou vinaigrette, farcie bourrée déshabillée, à fleur de peau épépinée sucée léchée, aspirée, comme le fruit mûr dégorge tous ses jus, tu germes au printemps de mon jardin. Pour une saison, je suis ce que je mange.